Quanto costano i politici scrocconi al teatro italiano? Quasi due milioni di euro a stagione, secondo le stime di Alessandro Gassman.
Il noto attore, nel suo blog su Il Fatto Quotidiano, fa un rapido calcolo sui mancati incassi dei teatri d'Italia causati dai biglietti omaggio per le autorità, e lo fa insieme al suo assistente partendo dalla propria esperienza con RIII – Riccardo III, 150 repliche in tutta Italia.
"Calcolando una media a replica di 20 posti riservati, e ci siamo tenuti stretti, alle suddette autorità, il nostro spettacolo, da solo, avrebbe fatto incassare ai teatri circa 95.000 euro in più. Continuando i nostri calcoli, e calcolando circa 200 compagnie di giro, includendo prosa, musical ed escludendo la lirica ed il balletto, arriviamo ad una cifra di mancati incassi di 1.900.000 euro!"
Quasi due milioni di euro l'ammanco nelle casse nei nostri teatri provocato da quelli che Gassman definisce "gli scrocconi". "In televisione politici, assessori, di ogni colore politico, si riempiono la bocca con la parola cultura, difesa del nostro patrimonio culturale, e poi sono loro in primis a "scroccare" il posto?" prosegue l'attore, che accusa le autorità "portoghesi"-italiane di occupare quei posti non per amore del teatro: "Peraltro le poltrone riservategli nei teatri sono le migliori, i palchi reali, spesso arrivano in ritardo e non sono minimamente interessati a ciò che vedranno, danno la chiara sensazione di fare atto di presenza per dimostrare che il teatro sia per loro una passione vera...".
Gassman si rivolge poi ai politici per denunciare altri freni allo sviluppo economico del settore: "Su 100 euro destinati dallo Stato ad un teatro pubblico, solo 20-25 finiscono sui palcoscenici, i restanti si dissolvono in tutto quello che serve a gestire il teatro stesso" tanto che "le paghe degli attori e dei tecnici di teatro sono costantemente diminuite nel corso degli anni, chi fa tournée oggi riesce a mettere da parte, calcolando che si deve pagare vitto e alloggio, circa 30-40 euro al giorno, e si prevedono ulteriori tagli".
"Io sono un uomo fortunato" conclude il figlio di Vittorio Gassman, "sono nato benestante e quindi, per me e per tutti quelli come me cambia poco, ma non voglio e non posso arrendermi davanti ad un Paese che affonda e che lascia affondare la sua anima, la sua cultura!". E infine, prima di lanciare il suo appello a chi lavora nel teatro affinché facciano sentire il proprio parere in fase decisionale, Alessandro Gassman propone una piccola ma concreta riforma al governo: "Eliminare per legge i posti riservati alle autorità per gli spettacoli dal vivo e destinare i soldi risparmiati alla riduzione del costo medio dei biglietti per i normali paganti ed in particolare per giovani e giovanissimi che, magari, potrebbero vedere gli spettacoli non solo dalle piccionaie".
Gli scrocconi. Siamo ormai arrivati a 150 repliche di enorme e lusinghiero successo per il mio RIII-Riccardo terzo, abbiamo attraversato lo stivale in lungo ed in largo, in provincia, nelle grandi città, incontrando pubblici molto eterogenei, molti giovani, quasi sempre relegati, tranne qualche eccezione, nelle ultime file o in piccionaia, teatri ben tenuti ed altri disastrosamente in stato di degrado, insomma una mappatura teatrale del Paese... l'unica cosa che abbiamo sempre trovato invariata in tutti i teatri, è la presenza di posti riservati alle cosiddette autorità.
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