La bufala campana è nota e apprezzata in tutto il mondo, ma lo stesso non si può certo dire per le bufale sulla Campania, e in particolare sul settore agroalimentare regionale travolto da false notizie e allarmismi ingiustificati riguardanti la Terra dei Fuochi.
"La crisi originata dalle sollecitazioni negative provenienti dall'opinione pubblica ha travalicato i confini dell'area interessata dalla problematica della Terra dei Fuochi, per diventare una questione a dimensione regionale che impatta sull'intero sistema produttivo, con una particolare sofferenza dell'agroalimentare della Campania" aveva dichiarato l'assessore regionale campano Martusciello a fine gennaio, annunciando 50 milioni di investimenti in operazioni di marketing territoriale volti a tutelare un comparto che, aveva spiegato Martusciello, "da solo vale 5 miliardi di euro l'anno".
Un settore, quello agroalimentare della Campania, fortemente danneggiato da una serie di notizie frutto di mala informazione e allarmismo "mediatico" comparse tanto nei media italiani che sui giornali stranieri, come ha spiegato Salvatore Merlo su Linkiesta, la cui analisi parte da una puntata di Servizio Pubblico dello scorso dicembre in cui Michele Santoro "manda in onda un lungo reportage di Sandro Ruotolo e Dina Lauricella intitolato Inferno Atomico" che si presentava così: "L'inferno nella Terra dei fuochi, tra Napoli e Caserta, con migliaia di ettari contaminati e con l'epidemia di tumori: terre dove in 20 anni sono state interrate 10 milioni di tonnellate di rifiuti tossici, 410mila camion che hanno fatto su e giù per l'Italia con il loro carico di morte, senza che nessuno li fermasse".
Il cosiddetto "inferno della Terra dei Fuochi" è poi finito anche sulle pagine di uno dei quotidiani più autorevoli del mondo, il New York Times, che il 29 gennaio ha pubblicato un articolo intitolato "A Mafia legacy taints the earth of Southern Italy" (la mafia inquina la terra del Sud Italia) accompagnato dalla foto di "un carabiniere che presidia un campo coltivato, ha una mano poggiata sulla fronte, gli occhi socchiusi, sembra dire mamma mia". L'allarmismo è stato amplificato anche da inchieste e interviste (all'ex pentito di camorra Carmine Schiavone) in cui si è parlato di falde acquifere contaminate e di scorie radioattive seppellite in provincia di Caserta. Giornali, talk show e trasmissioni televisive per mesi hanno scosso l'opinione pubblica con le notizie provenienti dalla Terra dei Fuochi.
Notizie che Merlo etichetta come "balle" e "cretinate senza vero riscontro". "L'ex pentito non sa di cosa parla, come hanno spiegato i magistrati Raffaele Cantone e Federico Cafiero de Raho, come ha detto l'onorevole Pina Picierno della commissione Antimafia, come avevano già capito nel 1997 i membri della Commissione d'inchiesta parlamentare sulle Ecomafie, e come ha dimostrato il processo Spartacus, l'inchiesta che ha annientato il clan dei casalesi".
Anche le presunte scorie radioattive, in realtà, "non esistono, come sanno i carabinieri e la criminalpol che le cercano dal 1995". La Terra dei Fuochi, infine, "quella dei rifiuti tossici effettivamente interrati, è stata appena mappata e censita dal governo: misura, in tutto, 64 ettari, cioè 0,64 chilometri quadrati, cioè lo 0,1 per cento della regione Campania".
False notizie, quindi, bufale per usare un termine in voga nel linguaggio della Rete. Ma i danni, purtroppo, sono veri: c'è l'azienda che a Salerno produce pelati e sughi, e che negli ultimi mesi ha perso il 30% nelle vendite; c'è la Ferrarelle, che ha subito danni analoghi dal punto di vista economico. E c'è, paradossalmente, la sofferenza del consorzio che produce la mozzarella di bufala: quella vera, quella buona, penalizzata dalle bufale sui mass media.
Il 29 dicembre 2013 Michele Santoro, a Servizio Pubblico, manda in onda un lungo reportage di Sandro Ruotolo e Dina Lauricella intitolato Inferno Atomico. Questa è la presentazione della puntata, come si può ancora leggere sul sito del programma televisivo di La7: "L'inferno nella Terra dei fuochi, tra Napoli e Caserta, con migliaia di ettari contaminati e con l'epidemia di tumori: terre dove in 20 anni sono state interrate 10 milioni di tonnellate di rifiuti tossici, 410mila camion che hanno fatto su e giù per l'Italia con il loro carico di morte, senza che nessuno li fermasse".
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