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Sono quasi 2000 le scosse sismiche che negli ultimi mesi hanno colpito la Garfagnana, territorio tra le Alpi Apuani e l'Appenino tosco emiliano, in provincia di Lucca. Molte meno, per fortuna, le scosse avverite dalle persone, e toccano lo zero assoluto quelle in grado di minacciare seriamente il turismo locale.

Di questo è convinto Mario Puppa, presidente dell'Unione Comuni Garfagnana di cui fanno parte 14 centri della provincia lucchese. Puppa intende rassicurare la popolazione e i turisti, spiegando che "la Garfagnana ha fatto della prevenzione antisismica una delle priorità del suo sviluppo. Proprio per questa attività di prevenzione il nostro territorio ha potuto sopportare un'attività sismica che in altre zone d’Italia avrebbe causato danni ben più significativi. Detto questo mi pare ingeneroso parlare di panico e fughe in massa dalla zona".

Soprattutto alla luce del fatto che l'ottimo livello di prevenzione riscontrato in questo territorio ha portato a un vero e proprio "modello Garfagnana". Come spiega un articolo de La Nazione:

Il numero delle scosse sismiche degli ultimi mesi si avvicina a quota 2000, anche se, fortunatamente, poche quelle avvertite dalla persone, ma ora c’è il rischio che la stagione turistica ne risenta. Al riguardo scende in campo il presidente dell’Unione Comuni Mario Puppa. «In Garfagnana — commenta — da oltre 30 anni si affronta la questione del rapporto tra il territorio e il terremoto, lavorando in un crescendo di iniziative atte a prevenire. Certo molto ancora si deve fare, ma di fronte ad una forte scossa come quella di magnitudo 5,2, si può affermare che il sistema Garfagnana ha retto egregiamente. La Garfagnana ha fatto della prevenzione antisismica una delle priorità del suo sviluppo. Fin dagli anni ‘80 sono stati avviati investimenti per interventi su edifici pubblici ‘strategici’. A questi sono stati affiancati nel tempo ingenti incentivi pubblici per interventi su edifici privati. Proprio per questa attività di prevenzione il nostro territorio ha potuto sopportare un'attività sismica che in altre zone d’Italia avrebbe causato danni ben più significativi. Detto questo mi pare ingeneroso parlare di panico e fughe in massa dalla zona».

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