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Una mostra collettiva ripercorre la storia, le invenzioni, l’esperienza e l’uso del colore nell’arte

La primavera torinese del turismo culturale ha fatto centro con una doppia mostra aperta dal 14 marzo al 23 luglio in due prestigiose sedi, nella Manica Lunga del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea e nelle sale della GAM-Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino. Nelle prime due settimane di apertura ha superato le ventimila presenze.

L’emozione dei COLORI nell’arte presenta 400 opere d’arte realizzate da oltre 130 artisti provenienti da tutto il mondo che datano dalla fine del Settecento ad oggi. La mostra collettiva ripercorre la storia, le invenzioni, l’esperienza e l’uso del colore nell’arte e riflette sul tema della luce, delle vibrazioni e del mondo affettivo, mettendo altresì in discussione l’uso del colore nell’era digitale che riduce sensibilmente le nostre capacità di distinguere i colori nel mondo reale.

“Durante il secolo scorso sono state organizzate numerose mostre sul colore a partire dalle teorie della percezione divenute popolari negli anni Sessanta. Quel tipo di approccio discende da una nozione universalistica della percezione e da una sua pretesa valenza oggettiva, molto distante dalla consapevolezza odierna della complessità di significati racchiusa nel colore”, afferma Carolyn Christov-Bakargiev che ha curato la mostra insieme a Marcella Beccaria, Elena Volpato, Elif Kamisli.

Le opere esposte provengono dalle collezioni di musei quali il Reina Sofia di Madrid, il MNAM Centre Georges Pompidou di Parigi, il Paul Klee Zentrum di Berna, il Munchmuseet di Oslo, lo Stedelijk Museum di Amsterdam, la Tate Britain di Londra, la AGNSW Art Gallery of New South Wales di Sydney, la Dia Art Foundation di New York, la Paul Guiragossian Foundation di Beirut, la Fondazione Lucio Fontana di Milano, la Cruz-Diez Foundation di Parigi, oltre che dai due musei GAM – Torino e Castello di Rivoli e da numerose collezioni private. Sono lavori di artisti di grande richiamo per il pubblico come, tra gli altri, Klee, Kandinsky, Munch, Matisse, Delaunay, Warhol, Fontana, Boetti, Hirst, Manet, Balla, Depero, Calder, Pellizza da Volpedo oltre a tutti i rappresentanti del movimento dell’arte povera che proprio a Torino ha avuto la sua culla.

Il colore viene quindi artisticamente analizzato sotto vari punti di vista, compresi quello filosofico, biologico, antropologico e neuroscientifico. Gli artisti reagiscono con sfumature, esperienze sinestetiche, spirituali e psichedeliche del colore, oppure ironizzano sui codici e gli standard con un impulso profondamente libertario.
Per una mostra di questa qualità non potevano mancare le iniziative collaterali del Dipartimento Educazione della GAM. Ad un pubblico di adulti e ragazzi, per tutta la durata delle due mostre, sono proposte azioni creative partecipate realizzate in collaborazione con diverse istituzioni, sul tema del colore e delle sue emozioni, con tante chiavi di lettura utili soprattutto agli studenti per sperimentare in prima persona modalità di esecuzione, teorie, connessioni e differenze nell’uso del colore.

 

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