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Forum Turismo Cosenza, foto di Rinaldo Panucci

Presentato il piano strategico della città in occasione del forum dedicato al turismo: creatività, miti e sapori per creare una destinazione vincente

Per fare turismo, e farlo bene, è necessario mettere da parte l’improvvisazione e smettere di credere che non sia una cosa seria. Negli ultimi anni il turismo è sulla bocca di tutti, ma nelle competenze di pochi, ecco perché non si va avanti, non si cresce e non si diventa destinazioni di successo.

La città di Cosenza ha invertito questa rotta, credendo fermamente che lo sviluppo turistico sia frutto di una strategia ben precisa, non improvvisata ma fatta con cognizione e soprattutto da veri esperti del settore. Il percorso della città è iniziato da lontano, con una serie di iniziative che hanno cambiato il volto urbano, seguendo una logica, fatta di strategie di medio e lungo periodo. Il coinvolgimento degli operatori, dei cittadini, di tutti gli stakeholders è stato fondamentale per alimentare la consapevolezza del valore della città.

Ad ottobre 2016 è stato organizzato il primo Forum sul Turismo, passo importante per delineare la strategia portata avanti negli ultimi anni. In seguito al Forum sono stati organizzati degli incontri con Josep Ejarque, destination manager di fama internazionale che attraverso il progetto Destinazione Cosenza ha permesso alla città di dotarsi un piano strategico. È proprio in occasione del secondo Forum sul Turismo che l’esperto ha presentato il lavoro svolto per la città, puntando su elementi caratteristici, fortemente identitari del territorio come volano per lo sviluppo sociale, economico e turistico.

Gli elementi della strategia sono scaturiti dagli incontri con tutti gli attori della città durante il percorso formativo, i quali messi nero su bianco hanno consentito di comprendere quali siano le fondamenta sulle quali poggiare le basi per costruire l’immagine della meta turistica. Innanzitutto è necessario che Cosenza diventi una destinazione scelta dai turisti e non solo una tappa di passaggio, ma come fare? Ad oggi i turisti che arrivano sono prevalentemente legati al business e alla cultura, ma ci sono altri fattori sui cui puntare affinché la città possa diventare una meta ambita.

Oggi si viaggia per fare esperienze nuove, uniche e irripetibili, si visitano luoghi legati a miti e leggende e perché non sfruttare questa tendenza a vantaggio dell’immagine della città? Cosenza ha visto il passaggio di Alarico, re dei Visigoti e la leggenda narra che il sovrano sia stato seppellito proprio nella città dei Bruzi, insieme al suo tesoro. Soprattutto i millennials sono attratti dalle proposte esperienziali e Cosenza ha tutte le carte in regola per diventare la prima destinazione turistica esperienziale del Mezzogiorno d’Italia.

Ejarque l’ha definita “Alarico Experience”, per identificare la città come il luogo in cui si materializzano i miti. Nel piano strategico si delinea anche un’immagine della città legata alla creatività, infatti Cosenza può essere considerata una piccola capitale dell’arte contemporanea, in cui soprattutto i giovani artisti possono esprimersi e vivere un’esperienza creativa. Altro elemento su cui si basa il piano strategico è l’esperienza enogastronomica, con la “Cosenza Wine Experience”, favorendo la cultura del mangiare e del bere bene, al fine di esaltare un patrimonio esistente nell’area del cosentino, come quello del vino.

Ciò che è importante è far conoscere la destinazione, emergere sul mercato attraverso proposte in linea con le attuali tendenze. È fondamentale essere presente on line, incrementare la visibilità, lavorare sull’accoglienza, investire sui social media al fine di creare una reputazione e un’attitudine positiva nei confronti di Cosenza come meta di turismo esperienziale. Si sta facendo un lavoro importante (fortemente voluto dall’amministrazione comunale e in particolare dall’assessore al turismo, comunicazione e marketing territoriale, Rosaria Succurro) per posizionare la città nella mente dei turisti come destinazione di turismo urbano, dove poter vivere esperienze uniche, dal punto di vista sia emozionale sia enogastronomico.
 

 

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