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Fondazione Campus lancia il tema per il VII Forum Europeo degli itinerari culturali

Il futuro del turismo per Lucca e la Toscana passa dalle antiche tracce di Napoleone. Il progetto, promosso dall’associazione “Napoleone ed Elisa: da Parigi alla Toscana” in collaborazione con Fondazione Campus, consiste nel creare dei nuovi itinerari turistici che, attraverso il recupero delle numerose testimonianze dell’arte, dell’architettura e dell’enogastronomia di epoca napoleonica sparse per la regione, siano in grado di attrarre quel preciso ed esigente target di visitatori che ama scoprire non solo i territori, ma anche il loro patrimonio storico e culturale.

Il tema è stato discusso in una tavola rotonda dal titolo “I Bonaparte a Lucca e in Toscana”, a cui sono intervenuti Enrica Lemmi, coordinatore area turismo e presidente dei corsi di Laurea di Fondazione Campus, Roberta Martinelli, presidente dell’associazione “Napoleone ed Elisa”, Enzo Ercolino, direttore di Cantina Petra e Alberto D’Alessandro, direttore organizzativo del VII Forum Europeo degli Itinerari Culturali, che si terrà a Lucca dal 27 al 29 settembre.

“Le nuove tendenze del turismo – spiega Enrica Lemmi – evidenziano un crescente interesse verso i prodotti esperienziali e gli itinerari culturali. È il trend del turismo inteso come narrazione del territorio e scoperta del patrimonio. Questo è anche il modo per offrire un’alternativa e fare resistenza al turismo di massa, che, come nel caso di Venezia, rischia di ‘snaturare’ il volto delle nostre città, favorendo ad esempio il proliferare di negozi che poco o nulla hanno a che vedere con l’eccellenza delle produzioni artigianali e artistiche che contraddistinguono il made in Italy. Lucca in questo senso può fare scuola e farsi portatrice di una nuova offerta turistica altamente competitiva”.

“La scelta di proporre un itinerario culturale sulle tracce dei napoleonidi – aggiunge Roberta Martinelli – è dettata anzitutto dal fatto che c’è un grande interesse intorno al mito dei Bonaparte. Il sito della Fondation Napoleon, che raccoglie l’enorme mole di documenti e fonti sul Primo e Secondo Impero francese, conta oltre 75mila visitatori al mese. Ogni anno in Italia si tengono raduni storici di appassionati: lo scorso anno, a maggio, 120 di loro sono venuti a Lucca, dove hanno organizzato, da soli, una tre giorni di danze storiche. Il fatto che questi turisti di nicchia si siano mossi per conto proprio deve far riflettere sulla dispersione economica per il territorio. La seconda ragione è che dovunque Napoleone arrivasse, personalmente o attraverso i propri governatori, lasciava la propria impronta, esportando quanto realizzato a Parigi: dalle stoffe alla botanica fino all’architettura. Le sue testimonianze sono ovunque, sparse in diversi musei. Organizzarle secondo un criterio sarebbe anche l’occasione di valorizzare meglio questo patrimonio e le strutture che lo ospitano”.La ricostruzione di due delle grandi opere di Elisa Baciocchi Bonaparte è l’ultima impresa di Cantina Petra, che si è fatta carico di restituire agli antichi splendori il giardino all’italiana e la vigna della principessa. “Iniziative rivoluzionarie – commenta Ercolino – Nel 1800 perché nessuno prima della Bonaparte aveva immaginato l’agraria e la viticoltura come lei. Oggi perché l’attività di restauro e recupero di quel patrimonio rappresenta una sfida a tutti gli effetti”.
“Un tema che approfondiremo – conclude D’Alessandro – nel corso del VII Forum Europeo degli itinerari culturali, che, oltre ad essere importanti anche dal punto di vista delle relazioni tra i Paesi Ue, aprono nuove prospettive per il mercato e creano nuove figure professionali”.

 

 

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