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Uno studio Coldiretti/Symbola mette in evidenza che il patrimonio enogastronomico del nostro Paese è custodito nei comuni con meno di cinquemila abitanti

Parafrasando uno slogan caro al guru di Slow Food Carlin Petrini, si potrebbe dire che piccolo è bello ed è anche buono, tipico e giusto. Ben 270 dei 293 prodotti a denominazione di origine (Dop/Igp) italiani riconosciuti dall’Unione Europea hanno infatti a che fare con i Piccoli Comuni che, nel dettaglio, garantiscono la produzione di tutti i 52 formaggi a denominazione, del 97% dei 46 olii extravergini di oliva, del 90% dei 41 salumi e dei prodotti a base di carne, dell’89% dei 111 ortofrutticoli e cereali e dell’85% dei 13 prodotti della panetteria e della pasticceria.

Lo si evince da uno studio condotto dalla Coldiretti e dalla Fondazione Symbola su “Piccoli comuni e tipicità” che evidenzia che il 92% delle produzioni tipiche nazionali nasce nei Comuni italiani con meno di cinquemila abitanti. È solo una delle tante caratteristiche dei nostri cibi che stanno venendo alla luce quando da pochi giorni siamo entrati nell’Anno nazionale del cibo italiano.

Il Piemonte è la regione con il maggior numero di Piccoli Comuni (1067) seguito dalla Lombardia (1055) e dalla Campania (338) ma in percentuale la più alta densità di centri sotto i 5mila abitanti sul totale regionale è in Valle d’ Aosta (99%) e Molise (92%). Qui 279mila imprese agricole con un assiduo impegno quotidiano assicurano la salvaguardia delle colture agricole storiche, la tutela del territorio dal dissesto idrogeologico e il mantenimento delle tradizioni alimentari. È grazie ai piccoli centri che è garantito il 79 per cento dei vini più pregiati che rappresentano il Made in Italy nel mondo.

Il rapporto Coldiretti/Symbola racconta di un patrimonio enogastronomico custodito fuori dai tradizionali circuiti turistici, che potrà ora essere valorizzato e promosso grazie alla legge n.158/17, a prima firma Ermete Realacci, con misure per la valorizzazione dei Piccoli Comuni. La nuova normativa prevede misure per favorire la diffusione della banda larga, la promozione dell’agroalimentare a filiera corta, il turismo di qualità. La legge punta su una dotazione di servizi adeguata, sulla cultura, sulla manutenzione del territorio, sulla tutela dell’ambiente, sulla messa in sicurezza di strade, scuole e del patrimonio edilizio pubblico.

In Europa il sistema della qualità alimentare Made in Italy (Dop/Igp) sviluppa un fatturato annuo al consumo di quasi 14 miliardi, dei quali circa 4 miliardi realizzati sul mercato estero. È una risorsa che nasce in un territorio unico per storia, arte e paesaggio e che può contare su un patrimonio di antiche produzioni agroalimentari tramandate da generazioni.

La ricerca completa è scaricabile a questo liunk: http://www.symbola.net/html/article/ricercapiccolicomuni_tipicita

 

 

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