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La Regione guarda con attenzione ai nuovi strumenti introdotti dalla Commissione Europea per migliorare la partecipazione delle imprese ai finanziamenti dei progetti di innovazione e ricerca


Al giro di boa del primo biennio del programma Horizon 2020 – un budget di circa 80 miliardi di euro per il periodo 2014-2020 per il finanziamento di ricerca e innovazione – la Regione Friuli Venezia Giulia con un convegno che si è tenuto a Udine il 27 aprile ha fatto il punto sui primi due anni del Programma e sulla valorizzazione dell'esperienza per migliorare la partecipazione ai progetti europei. Horizon 2020: la nuova programmazione 2016-2017 strumenti e proposte per migliorare la performance regionale è stato il tema del convegno che ha raccolto diversi attori fra i quali Ciro Franco per l'Istituto nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale (OGS), Fabio Feruglio per Friuli Innovazione, Michele Pipan dell'Università degli Studi di Trieste, Stefano Ruffo per la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA), Fabio Tomasi di AREA Science Park e Maria Cristina Nicoli dell’Università di Udine.
Horizon 2020 finanzia progetti di ricerca volti all’innovazione scientifica e tecnologica che portino un significativo impatto sulla vita dei cittadini europei. Si fonda su tre Pilastri – Excellence Science, Industrial Leadership, Societal Challenge – e cinque Programmi trasversali. I risultati dei primi due anni di partecipazione vedono l'Italia al quarto posto per i contratti firmati all'interno dei 28 Stati membri dell'Unione Europea (il tasso di successo italiano è dell'11%), mentre per il contributo finanziario comunitario riferito ai contratti, l'Italia si attesta al 10% contro il 13 di altri Paesi. Nello specifico, per il Friuli Venezia Giulia tra i temi più rilevanti dei progetti presentati vi sono stati le infrastrutture di ricerca e salute.

Dal dibattito di Udine sono emerse la necessità di consorziare le eccellenze regionali e guardare con attenzione alla multidisciplinarietà per avere un maggiore successo di finanziamento e la necessità di lavorare per realizzare sinergie fra fondi nazionali, regionali e europei. In Horizon 2020 sono stati introdotti due strumenti innovativi, il Pre Commercial Procurement (PCP) e il Public Procurement for Innovative solutions (PPI). Si tratta di strumenti, come è stato spiegato, che possono aiutare le imprese, soprattutto quelle medio-piccole, a fare innovazione compiuta per sviluppare nuovi prodotti. Secondo la Commissione europea, meno del 50% dei partner industriali usa i fondi pubblici in modo strategico e solamente il 22% delle PMI che partecipano ai programmi europei sono orientate all’innovazione. La Commissione europea intende supportarle mediante un approccio integrato durante tutto il ciclo innovativo.

Nello specifico, i PCP sono appalti per la realizzazione di attività di ricerca e sviluppo finalizzate alla progettazione, produzione e sperimentazione di prototipi di prodotto o servizio non ancora idonei all'uso commerciale ma che potrebbero presto affacciarsi al mercato una volta perfezionati e industrializzati. I PPI sono appalti in cui le autorità pubbliche contraenti agiscono come clienti pilota acquisendo soluzioni innovative che non sono ancora disponibili per il commercio su larga scala. Per entrambi gli strumenti la vicinanza strategica del Friuli Venezia Giulia ai Paesi di più recente adesione all'Unione Europea costituisce un vantaggio competitivo da sfruttare al meglio.

 

riccardo caldara 180x226Riccardo Caldara

Twitter @riccardocaldara

 

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